Nella storia recente della produzione del vetro piano, l’invenzione del processo produttivo “float”, ad opera di Alastair Pilkington nel 1952, fu senza dubbio un vero e proprio momento di svolta sotto più punti di vista: produttivo e industriale naturalmente, ma anche qualitativo e commerciale.

Sin dal sesto secolo d.C. e fino alla fine del diciannovesimo, la maggior parte del vetro comune era prodotta con la tecnica del vetro cilindrico. Con questa tecnica il vetro viene dapprima soffiato in uno stampo metallico cilindrico, poi viene tagliato in maniera tale da asportare gli estremi ed ottenere delle superfici curve le quali, di nuovo inserite in un forno, si rimodellano aprendosi e stendendosi, diventando così delle lastre piane.

Un secondo tipo di produzione, precedente all’invenzione di Pilkington e introdotto intorno al 1899, era quello del vetro tirato (o vetro segato). Esso consiste nel tiraggio delle lastre per via meccanica e dà come risultato dei vetri con superfici ondulate, peculiari di questa tipologia. L’intento di perfezionare questa tecnica di produzione portò all’introduzione di alcune varianti a seconda che la “tiratura” meccanica avvenisse in verticale (procedimento Fourcault, 1913), in orizzontale (Libby-Owens, 1916) o grazie ad un metodo combinato (Pittsburg, 1925). Ad oggi questo tipo di vetro è impiegato prevalentemente nella realizzazione di vetrate artistiche. Commercialmente viene anche chiamato vetro doppio, semi-doppio e mezzo-cristallo.

Infine va menzionata la tecnica di produzione del vetro colato (o vetro laminato o vetro greggio), diffusasi a partire dal 1920. Con questa tecnica, che si realizza tramite colata di vetro fuso tra rulli laminatori direttamente dal forno, si ottengono delle lastre con facce non otticamente parallele, le quali danno quindi origine ad aberrazioni visive: la caratteristica traslucenza, che lascia passare la luce ma non permette la visione nitida degli oggetti posti dietro al vetro. Il parallelismo delle facce poteva poi essere corretto tramite lucidatura meccanica, che tuttavia risulta essere un procedimento altamente costoso. La diversa conformazione dei rulli permette di ottenere due facce quasi piane, una faccia piana ed una decorata, entrambe le facce decorate. Nel tempo questa tecnica di produzione è stata affinata, ma soltanto per produrre vetri con specifiche caratteristiche, come il vetro stampato, il vetro retinato, il vetro ornamentale e il profilato a U.

Produzione del vetro piano - Arte Vetro

Negli anni Sessanta del Novecento, in seguito all’invenzione di Pilkington, si diffuse in tutto il mondo il vetro piano di alta qualità, chiamato vetro float (“galleggiante”), con riferimento al sistema “a galleggiamento” attraverso cui viene fabbricato. Anche in questo caso sono molteplici le denominazioni che indicano il medesimo prodotto: il vetro float è infatti detto anche cristallo (per differenziarlo dal mezzo-cristallo, che è una delle denominazioni del vetro tirato) oppure vetro monolitico.