All’interno dell’ampia gamma di vetri progettati per resistere al fuoco,  il vetro ceramico (o vetroceramica) si caratterizza per essere in grado di sopportare senza alterazioni (avendo un bassissimo coefficiente di dilatazione termica) temperature molto alte, fino a 800° C.

Il vetro ceramico viene prodotto in due fasi. Una prima fase amorfa, seguita da una o più fasi cristalline. Al termine della prima, consistente nel processo di manifattura del vetro, si sottopone il materiale ottenuto ad un raffreddamento. Successivamente, nella seconda fase, grazie ad un nuovo trattamento a caldo, si porta il vetro a cristallizzare parzialmente. Questo secondo processo, che viene monitorato e regolato aggiungendo i cosiddetti agenti di formazione, determina una cristallizzazione controllata, peculiare appunto del vetro ceramico (infatti, contrariamente, nella manifattura del vetro si favorisce una cristallizzazione spontanea). Conclusa anche questa seconda fase, il grado di cristallinità ottenuto (tra il 30% e il 90%) risulterà decisivo nel determinare sia la trasparenza del vetro sia le proprietà termomeccaniche.

Un campo di utilizzo assai frequente è quello della finestratura di caminetti e stufe.